28 ottobre 2024 – Vicina la proroga dell’obbligo di fatturazione elettronica

L’eventuale mancata proroga dell’autorizzazione ad adottare la fattura elettronica in via obbligatoria non consentirebbe ai soggetti passivi italiani di recuperare gli oneri sostenuti per l’adeguamento dei sistemi informatici al processo, costringendoli a sostenere ulteriori costi per l’adozione di procedure differenti.
Questo è solo uno dei motivi che dovrebbero condurre il Consiglio dell’Unione europea a concedere l’ulteriore differimento della possibilità, riconosciuta al nostro Stato, di imporre l’obbligo di fatturazione elettronica fra privati.
Con le decisioni di esecuzione Ue 16 aprile 2018 n. 593 e 13 dicembre 2021 n. 2251, l’Italia è stata autorizzata a disporre che le fatture siano emesse esclusivamente in formato elettronico da parte dei soggetti passivi stabiliti nel territorio dello Stato e che l’utilizzo delle e-fatture non sia subordinato all’accettazione da parte del destinatario, in deroga: all’art. 218 della direttiva 2006/112/Ce, secondo cui la fattura può essere emessa in formato cartaceo o elettronico; all’art. 232 della direttiva 2006/112/Ce, in base al quale il ricorso ad una fattura elettronica è subordinato all’accordo del destinatario.
Con la più recente delle due decisioni (n. 2251/2021), il Consiglio Ue ha riconosciuto la possibilità di includere nell’adempimento anche gli operatori in regime di franchigia, stabilendo al 31 dicembre 2024 l’efficacia dell’autorizzazione.
Come si evince dalla proposta della Commissione Ue presentata lo scorso 10 ottobre (COM (2024) 447), l’Italia ha chiesto, con una lettera protocollata l’11 aprile 2024, un’ulteriore proroga dell’autorizzazione, sottolineando i molti benefici che possono ascriversi all’adozione del processo di fatturazione elettronica.
La consistente mole di informazioni ottenuta ha permesso di ottenere indubbi vantaggi nella lotta contro la frode e l’evasione dell’IVA, oltre a produrre un “effetto deterrente” sui comportamenti dei soggetti passivi.
Nel primo anno di applicazione della misura (2019) l’Agenzia delle Entrate ha individuato e bloccato operazioni fraudolente e crediti IVA falsi per quasi un miliardo di euro, mentre nel 2022 la cifra è aumentata raggiungendo la soglia di 9 miliardi di euro.
In questo senso, si comprende come nel Ddl. di bilancio 2025 sia stato previsto che i dati delle fatture elettroniche siano resi disponibili non solo alla Guardia di Finanza e all’Agenzia delle Entrate, ma anche all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per le attività di vigilanza e di controllo.
Non va dimenticata, inoltre, l’efficacia dello strumento nel monitoraggio dell’andamento economico, che ha permesso, nel contesto della pandemia da COVID-19, di predisporre “le più adeguate misure di supporto” per far fronte alla crisi sanitaria (COM (2024) 447).
L’introduzione della fatturazione elettronica obbligatoria in ambito B2B e B2C ha consentito di eliminare altri adempimenti, in un’ottica di semplificazione, che non ha riguardato soltanto l’ambito dell’imposta sul valore aggiunto. È il caso: della comunicazione dei dati relativi delle fatture delle operazioni nazionali (art. 21 del DL 78/2010); delle dichiarazioni INTRASTAT sugli acquisti (che attualmente hanno valenza ai soli fini statistici e sono richieste soltanto a soggetti passivi che hanno realizzato acquisti intracomunitari in misura uguale o superiore a specifiche soglie); dell’obbligo di fornire i dettagli dei contratti sottoscritti dalle società di leasing, noleggio e affitto; dell’obbligo di comunicazione delle operazioni relative alle cessioni di beni da San Marino verso l’Italia.
Grazie ai dati della fatturazione elettronica, l’Amministrazione finanziaria è stata in grado di predisporre, pur, al momento, entro un perimetro soggettivo circoscritto, i registri IVA precompilati, le bozze della liquidazione periodica trimestrale e della dichiarazione annuale IVA.
Non va dimenticato, infine, il servizio web che consente di verificare, modificare e, ove necessario, versare l’imposta di bollo dovuta sulle e-fatture emesse nel trimestre.
Scorrendo la proposta di decisione di esecuzione del Consiglio, presentata dalla Commissione Ue (COM (2024) 447), si evince che l’autorizzazione potrebbe essere concessa sino al 31 dicembre 2025 o, se antecedente, fino alla data a decorrere dalla quale gli Stati membri saranno tenuti ad applicare l’insieme di norme IVA per l’era digitale (VAT in the digital age, alias “ViDA”).
Va considerato, infatti, che tra le novità apportate dal pacchetto “ViDA”, attualmente in fase di discussione (l’approvazione potrebbe avvenire con la riunione Ecofin in programma per il mese di novembre), dovrebbe essere prevista la modifica dell’art. 218 della direttiva 2006/112/Ce e la soppressione dell’art. 232 della medesima direttiva.
In tal modo gli Stati membri potrebbero istituire la fatturazione elettronica obbligatoria senza necessità di richiedere una deroga all’applicazione dei suddetti articoli.