La Circolare n. 2/E del 6 febbraio 2024 riporta l’attuazione del primo modulo di riforma delle imposte sul reddito delle persone fisiche e altre misure in tema di imposte sui redditi, relativo al Decreto Legislativo 30 dicembre 2023, n. 216 pubblicato in Gazzetta Ufficiale. L’articolo 5 del suddetto decreto dispone l’abrogazione, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, dell’ACE.
L’ACE, acronimo di Aiuto alla Crescita Economica, è un importante agevolazione fiscale a favore delle imprese introdotta dal D.L. 6 dicembre 2011 n. 201, finalizzata a ridurre lo squilibrio tra capitale proprio e capitale di debito.
Possiamo meglio definire l’ACE un incentivo alla capitalizzazione delle imprese al fine di riequilibrare il trattamento fiscale tra le imprese che si finanziano con debito e quelle che si finanziano con capitale proprio e consiste nell’ammettere in deduzione, dal reddito complessivo netto dichiarato, un importo corrispondente al rendimento nozionale del nuovo capitale proprio.
Si fa riferimento, a titolo esemplificativo, ai fatti aziendali che influenzano la determinazione dello stesso quali: conferimenti in denaro; accantonamento di utili e riserve disponibili; riduzioni di patrimonio netto per fuoriuscita di un socio (per le cooperative, ad esempio).
Nel caso in cui tale importo superi il reddito complessivo netto così determinato, l’eccedenza di rendimento nozionale può essere riportata nei periodi d’imposta successivi, senza alcun limite temporale e quantitativo.
Il fine dello strumento era quello di incentivare fiscalmente il reinvestimento degli utili in azienda al fine di ottenere un risparmio in termini di imposte.
Ciò premesso, l’articolo 5, nelle more dell’organica revisione e razionalizzazione degli incentivi alle imprese prevista dalla Delega, dispone, a decorrere dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2023, l’abrogazione della disciplina ACE, che comunque continua ad applicarsi sino ad esaurimento dei relativi effetti, applicando le disposizioni relative all’importo del rendimento nozionale eccedente il reddito complessivo netto del periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2023.
Viene meno, quindi, un importante strumento a supporto delle imprese che porterà, a partire dall’anno 2025 ad un maggior recupero del gettito fiscale nelle casse dello Stato.
L’abrogazione dell’ACE determinerà, fin da subito, un aumento del costo del capitale riducendo, al tempo stesso l’incentivo agli investimenti e accentuando così lo svantaggio nel trattamento fiscale dei mezzi propri rispetto al debito, indirizzando maggiormente le scelte di finanziamento delle imprese verso l’indebitamento piuttosto che verso una loro maggiore patrimonializzazione.
Fino ad ora, l’ACE aveva prodotto risultati significativi in termini di incremento della patrimonializzazione delle imprese, con effetti positivi sull’economia, sia in termini diretti (agevolazione sul proprio reddito imponibile), che indiretti, in termine di maggior accesso al credito per le imprese.