Ieri la Commissione Finanze del Senato ha approvato un emendamento al Ddl. di conversione del DL 132/2023 che posticipa i termini per beneficiare del ravvedimento operoso speciale, introdotto dalla L. 197/2022. Il testo è atteso oggi in Aula prima di passare alla Camera.
Il termine per avvalersi del ravvedimento speciale ex L. 197/2022 è scaduto lo scorso 30 settembre 2023.
Onde fruire dei benefici previsti da questa norma (in sostanza, riduzione delle sanzioni a 1/18 del minimo e dilazione del debito in 8 rate) sarebbe stato necessario rimuovere la violazione (in breve, trasmettere la dichiarazione integrativa) e pagare le somme o la prima rata entro il 30 settembre.
Gli importi possono infatti essere dilazionati in un massimo di 8 rate di pari importo (le scadenze sono state fissate al: 30 settembre 2023, 31 ottobre 2023, 30 novembre 2023, 20 dicembre 2023, 31 marzo 2024, 30 giugno 2024, 30 settembre 2024 e 20 dicembre 2024).
Se il testo risulterà definitivo, i contribuenti avranno un po’ più di tempo. Attenzione però: tutte le somme andranno pagate entro il 20 dicembre, posto che si viene rimessi in carreggiata per fruire dei benefici del ravvedimento speciale, ma non per la dilazione.
L’emendamento approvato così prevede: “I soggetti che, entro il termine del 30 settembre 2023, non hanno perfezionato la procedura di regolarizzazione di cui all’articolo 1, commi da 174 a 178, della legge 29 dicembre 2022, n. 197, possono comunque procedere alla predetta regolarizzazione, fermo restando il rispetto delle altre condizioni e modalità ivi previste, se versano le somme dovute in un’unica soluzione entro il 20 dicembre 2023 e rimuovono le irregolarità od omissioni entro la medesima data”.
Esemplificando, se il testo non verrà modificato: il contribuente che ha pagato la prima rata nei termini ma non ha inviato la dichiarazione integrativa, dovrà inviarla entro il 20 dicembre e pagare tutte le somme entro il 20 dicembre (se questa lettura sarà confermata, non potrà essere esente da critiche rivelandosi troppo pregiudizievole); in via speculare, il contribuente che non ha pagato la prima rata ma ha trasmesso la dichiarazione integrativa dovrà pagare tutte le somme entro il 20 dicembre; chi ha pagato la prima rata tardivamente, ad esempio a novembre 2023, dovrà pagare l’intero debito restante entro il 20 dicembre; chi non ha pagato nulla né ha presentato l’integrativa, entro il 20 dicembre dovrà sia pagare tutte le somme sia presentare l’integrativa.
Dovrebbe rimanere ferma, anche per il pagamento entro il 20 dicembre, la possibilità di pagamento mediante compensazione nel modello F24. Le modalità e le condizioni per fruire del ravvedimento speciale rimangono infatti inalterate.
Pertanto, le sanzioni sono sempre ridotte a 1/18 del minimo, e non da 1/9 del minimo a 1/5 del minimo a seconda di quando ci si ravvede (l’infedele dichiarazione o l’irregolare fatturazione, sanzionate nel minimo in misura pari al 90%, diventano quindi del 5%).
Rientrano nel ravvedimento speciale le violazioni “riguardanti le dichiarazioni validamente presentate relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e a periodi d’imposta precedenti”. Si tratta di tutte le annualità accertabili sino all’anno 2021, violazioni commesse nel modello REDDITI 2022, IRAP 2022 e IVA 2022 (si pensi alla deduzione di costi non inerenti o alla mancata dichiarazione di ricavi/compensi).